Quali KPI scegliere per una campagna in Realtà Aumentata e come misurare il ROI

Lo scopo di qualsiasi attività commerciale dovrebbe essere quello di guadagnare e aumentare le entrate. Misurando gli obiettivi a breve termine e il ritorno sugli investimenti, le aziende possono aumentare le possibilità di raggiungere questo intento. Allo stesso tempo, i risultati possono essere utilizzati per guidare il processo decisionale.

Sapere cosa funziona con la propria audience (e cosa no) è il modo migliore per incrementare le vendite risparmiando tempo e denaro.

Noi lo sappiamo bene, ecco perché ci avvaliamo quotidianamente di un sistema di reporting che misuri tutte le esperienze WebAR che realizziamo, al fine di aiutare i reparti marketing delle aziende che collaborano con noi e i CMO nel loro viaggio.

Le metriche e gli approfondimenti a nostra disposizione

Le metriche che siamo in grado di tracciare sono:

  • Utenti: ogni visitatore viene inizialmente indicato come un utente, per cui viene fatta una distinzione tra nuovi utenti e visitatori di ritorno. Inoltre, ogni utente che visita l’esperienza AR, genera anche una vista.
  • Visualizzazioni: la singola visualizzazione che un utente esegue mentre interagisce con la tua esperienza AR.
  • Scansioni: ogni volta che un’esperienza viene lanciata tramite uno dei suoi trigger.
  • Media durata visualizzazione: per quanto tempo i visitatori sono rimasti in media in una singola esperienza.
  • % New Views: percentuale di nuove visualizzazioni sulla scena.
  • Ora del giorno: l’ora del giorno in cui gli utenti interagiscono con la tua campagna.
  • Dispositivi: da quali dispositivi gli utenti vedono la campagna.
  • Browser: da quali browser gli utenti visualizzano la campagna.
  • Viste scene: il numero totale di scene visualizzate.
  • Scene/Vista: il numero medio di scene visualizzate per vista.
  • Media Durata scena: la durata media del tempo trascorso su una singola scena.
  • Completamento obiettivo: il numero totale di volte in cui gli utenti completano un’azione specifica (conversione).
  • Valore obiettivo: il valore monetario totale relativo alle conversioni completate.
  • Goal Conversion Rate: la percentuale di completamento di un obiettivo in relazione al numero totale di volte che l’utente vi è stato sottoposto.

Essere a conoscenza di tali metriche e dei dati demografici degli utenti, è già di grande aiuto per delineare una strategia di marketing e comunicazione e iniziare a incrementare le vendite fin dal primo giorno.

Ma come utilizzare questi KPI per misurare il ROI e raggiungere gli obiettivi?

Come impostare i KPI per una campagna di Realtà Aumentata

Partiamo dall’inizio: la prima cosa che bisogna sapere su qualsiasi campagna è il risultato desiderato e il ruolo dell’AR nel raggiungerlo.

Perché coinvolgere clienti o potenziali acquirenti con una campagna AR? Vuoi che acquistino il tuo prodotto, chiedano maggiori informazioni o si iscrivano alla newsletter?

👉 Gli indicatori chiave di prestazione, (KPI) sono gli indicatori chiave del progresso verso un risultato previsto.

Qui abbiamo elencato alcuni esempi di KPI:

  • Visualizzazioni/Utente
  • Scene/Utente

In che modo i tuoi utenti interagiscono con le tue campagne? Visualizzano solo per pochi secondi o rimangono per un tempo medio e poi seguono le CTA?

Unire le intuizioni e le metriche, è fondamentale per comprendere meglio l’efficienza di una strategia di marketing AR! 🚀

Qualità piuttosto che quantità: quali KPI è meglio tenere a mente

Quando controlliamo le metriche, il primo dato che tendenzialmente verrebbe da monitorare, è il numero di utenti che sono entrati in contatto con l’esperienza.

Può essere bello vedere quante persone si sono divertite a spostare oggetti 3D nelle loro case, ma bisogna tenere presente che l’AR non è uno strumento di marketing di massa che attrae passivamente il consumatore: richiede interazione. Pertanto, non funziona allo stesso modo di creatives o video, il cui compito è quello di attirare l’attenzione delle persone ed essere riprodotti automaticamente sui loro feed social.

È utile confrontare il numero di utenti con le visualizzazioni, vedere quante volte un utente ha visto i contenuti e confrontarlo con il tempo medio trascorso sulla scena. Questo ci restituisce una sfumatura qualitativa dell’esperienza e fornisce informazioni essenziali su ciò che vogliono gli utenti ideali.

Esempio pratico:

👉 se ho mille utenti ma 2 secondi di permanenza, il contenuto non è così coinvolgente o presenta problemi tecnici. Se ho 100 utenti ma 45 secondi di permanenza media, ho contenuti eccellenti e coinvolgenti.

Un’altra cosa fondamentale da considerare è l’analisi delle scene: questa permette di capire se — ad esempio, nel caso dello story flow — il viaggio che è stato ideato, viene seguito dagli utenti.

Se ci sono troppi utenti che abbandonano lungo il percorso, è importante capire il perché: ci sono problemi tecnici? O il contenuto non è coinvolgente?

Perché i KPI salveranno il mondo

Poiché l’AR è pensata per essere condivisa in contesti omnicanale/phygital, è una buona idea misurare il successo di una campagna di marketing, fissare obiettivi e monitorare come e se gli utenti completano le attività richieste.

Esempio pratico:

👉 se desidero che gli utenti visitino la mia pagina di destinazione, lo imposterò come obiettivo. Controllerò quanti utenti eseguono quell’azione; se ho 100 utenti ma solo due visitano la mia landing page, la campagna non va a buon fine. Se ho dieci utenti, ma otto seguono la CTA, allora la mia campagna ha avuto successo.

Dopo aver impostato l’obiettivo di una campagna e averlo misurato con le analisi e gli approfondimenti necessari, il passaggio successivo consiste nell’aggiungere valore a ogni azione eseguita dagli utenti.

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